Ci siamo svegliati con la pioggia che batteva sui muri e sul tetto, sulla terrazza e sulle finestre.
Batteva sulle piante scosse dal vento e sulle zanzariere lasciate lì a proteggerci da una estate ancora in agguato. E, sulle zanzariere, gocce d’acqua come svarovski ricamavano trine su un velo da sposa.
Lo scroscio violento si frantumava in minuscole stille che riempivano la rete di luce umida, ondeggiavano, danzavano quasi, ma poi scivolavano, si perdevano, scomparivano mentre altre sopraggiungevano a creare un arabesco, si impigliavano nelle maglie, si incastravano, brillavano incerte e ancora si arrendevano al loro destino.
Nel cielo d’amianto una nube di pece si faceva avanti minacciosa, il vento con una impennata rabbiosa faceva rotolare il vaso del basilico, il campanile ed i tetti parevano rivestiti di cristallo mentre lance scagliate dal cielo disegnavano traiettorie d’acciaio. Vibravano i vetri sottili che ci separavano dalla tempesta e noi guardavamo stupiti tutta quella violenza cogliendone solo la bellezza.
Poi lui mi ha cercata per fare l’amore. Sarà stato il temporale o la domenica pigra. Ha accarezzato la mia pelle sotto il pigiama, me lo ha sfilato e siamo rimasti nudi nella stanza, calda del nostro respiro. Il suo corpo si è impossessato del mio, ha stretto i miei fianchi tra le sue mani, ha morso i miei seni, ha soffiato un vento tropicale sulla mia bocca, ed io assistevo stupita a quella potenza cogliendone solo la dolcezza.
«Ti amo» mi ha sussurrato prima di addormentarsi mentre il temporale , fuori, continuava a ricamare il nostro tempo.
Dolcissimo scritto. Un abbraccio
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Enrico, apprezzo molto il tuo commento.
"Mi piace""Mi piace"
Bellissimo come rendi reale e appassionante quello che descrivi. Ho appena letto il tuo scritto difronte ad un mare azzurro, con sottofondo musicale, che ha reso ancora più magico la tua capacità di scrittrice. Continua così. Un abbraccio, Francesco L.
"Mi piace""Mi piace"
🙂
"Mi piace""Mi piace"