Uno slip rosa

 

«Parliamo di noi» ,  lo interruppi, mentre mi raccontava della giornata in ufficio, il suo modo di parlare di niente. Mi guardò come se fosse stato scoperto con le mani nella marmellata.  Tenevo con le dita uno slip rosa che non mi apparteneva.

sognare-il-colore-rosa «Dove lo hai trovato?» chiese.

«Dove tu o la tua amica volevate che lo trovassi.»

«Non è come pensi.»

«Si dice sempre così» e lasciai cadere lo slip sul pavimento. Andai in camera da letto e mi chiusi dentro.

Era accaduto tre mesi prima ma quella scena ce l’avevo sempre davanti agli occhi, era come se vedessi un film alla moviola e ogni volta cogliessi un nuovo particolare: come si era lisciato i capelli, ad esempio, lo faceva sempre quando era in difficoltà,  o come mi aveva guardata sorpreso e  soprattutto come aveva guardato quello slip. Era di un velo leggero bordato di pizzo e aveva un piccolo fiocco di raso a cui era attaccato un cuoricino di metallo.

Da allora non dormivamo più insieme ed eravamo come appesi nel vuoto entrambi legati ai due capi di una corda sfilacciata.

Camminavo per strada sempre con grandi occhiali da sole  e non mi andava di salutare o scambiare due parole con chicchessia.

Con Elena ci eravamo praticamente scontrate, proprio davanti al bar Bella Napoli.

Anche con lei erano esattamente tre mesi che non ci vedevamo, mi avevano detto che aveva avuto una storia finita male ed era andata via dal paese.

« Sono tornata per affidare la vendita del mio appartamento all’agenzia immobiliare, domani riparto».

In quel momento sentii il bisogno di confidarmi.  Non eravamo neanche tanto amiche. Frequentavamo la stessa palestra e qualche volta ci eravamo fermate a chiacchierare, qualche altra volta eravamo andate a mangiare una pizza col nostro gruppo di Pilates.

Ordinammo un caffè, lei non voleva ma io insistetti. In piedi davanti al bancone,   esattamente nel tempo che Donato ci aveva messo per macinare i chicchi di caffè, riempire il filtro, pressare la miscela e agganciare il braccio porta filtro alla macchina, le avevo raccontato di me con quegli slip rosa in mano.

Mentre il liquido si distribuiva nelle nostre due tazzine,  Elena domandò, continuando a fissare davanti a se,   «E questo quando è successo?»  «Più o meno tre mesi fa» le risposi,  « mi dispiace se non ci siamo più sentite, ma sto vivendo un brutto momento anch’io». Abbozzò una specie di sorriso e bevve il suo caffè, poi ci salutammo.

La guardai andar via, e fu allora che mi venne in mente quella volta che nello spogliatoio della palestra, l’avevo vista indossare uno slip  rosa con un fiocchetto di raso e un cuoricino di metallo.

 

 

 

 

 

 

2 pensieri su “Uno slip rosa

  1. Le relazioni, di qualunque tipo, sono un’economia circolare. Tutto va al suo posto, nulla si spreca. Ognuno trova il suo posto, giusto o sbagliato. E’ un cerchio che si chiude sempre pur con elementi che escono ed entrano dalle e nelle relazioni.
    Non pensate?

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