Una terra bellissima

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Un pomeriggio di sole, vicino ad una finestra, una bambina prende un foglio bianco ed inizia a disegnare. La sua piccola mano, nella parte alta del foglio, traccia, con una matita, delle linee sinuose,  ma è troppo presto per capire, aspettiamo.

Dietro a quelle linee comincia a colorare con il blu prima e poi con l’ azzurro; potrebbe essere il mare che si perde nel cielo, certo nel cielo,  perché in un angolo c’è una piccola sfera gialla che sorride. E le linee morbide che cosa potrebbero essere? Colline. Sì,  sono colline, ora colorate di verde, di un verde brillante,  punteggiato di rosso, di giallo, di rosa, che avanza.

 Pausa.

 La mano riprende la matita e traccia due  linee verticali parallele unite alla sommità da ghirigori come festoni che si allargano e si congiungono, il colore marrone riempie la base ed un verde più cupo la chioma. Ma allora è un albero! Ed un altro, ed un altro ancora! Tanti alberi sulle colline verdi che si trovano davanti al mare blu che precede il cielo azzurro. Ora la piccina, assorta , disegna, proprio davanti ai nostri occhi, una lunga striscia grigia che sale e scende, scende e sale fino a perdersi tra quelle colline e sulla striscia una scatola chiara, diciamo di un bianco latte,  con due  ruote perché noi la vediamo di profilo, ma siamo certi che le ruote siano quattro e a questo punto siamo certi che quella scatola chiara sulle ruote sia un’automobile, un vecchio modello che andava in voga negli anni 60. Mi pare di ricordare la marca e la cilindrata : Simca 1000.

Pausa.

Qualcosa di magico accade, perchè nel mondo dei bambini tutto è più semplice, anche la magia.

Accade che l’azzurro non sia più solo un colore su un foglio bianco, ma il cielo luminoso  della nostra terra, ed il blu sia davvero il mare che avanza ed indietreggia sulla riva. Le colline morbide della Murgia, con i vigneti e gli uliveti e gli alberi di pesco e gli alberi di mandorlo , prendono sostanza  cosi come  la campagna delimitata da  ordinati muretti a secco. Accade che la strada si materializzi davanti ai nostri occhi  e sulla strada quella piccola auto con a bordo un papà, una mamma, un fratellino e una sorellina. Il disegno  diventa realtà e quindi lasciamoci incantare da questo  paesaggio e guardiamolo attraverso gli occhi della bambina. Il finestrino posteriore è uno schermo.L’auto è  partita da Brindisi, dove il papà lavora, diretta a Martina Franca, dalla nonna. Le case della città non catturano l’interesse della nostra piccola amica, il paesaggio urbano lo conosce molto bene, ma quando comincia a vedere nel finestrino la campagna un senso di gioia e libertà l’avvolge, ha voglia di cantare e canta perché in quella piccola auto non c’è la radio, un optional costoso all’epoca. Canta, gioca con il fratellino e guarda fuori. Quante volte ha percorso quella strada, la magia delle varie stagioni si è fusa e confusa nella sua anima per cui vede immensi campi di papaveri  e alberi fioriti di rosa e di bianco, vede i grappoli nelle vigne e le reti sotto gli ulivi, vede foglie rosse e gialle che svolazzano nell’aria sospinte dal vento e vede anche la neve sui muretti. Tutto insieme in un’unica  meravigliosa stagione: stormi di uccelli che partono e stormi di uccelli che ritornano mentre la piccola auto prosegue nel suo viaggio: San Vito dei Normanni, sempre dritto sino alla chiesa poi è d’obbligo girare a sinistra , si passa davanti ad un parco e poi ad un cinema, si prosegue e infine si gira a destra, sulla piazza si vede un altro cinema Il Melacca ,tutto rivestito di piastrelle, e si riprende la campagna. A metà strada si lascia San Michele Salentino a  sinistra e si continua fino a Ceglie. Da lontano si vede la prima collina con sulla cima  un paese bianco, come le pietre usate per le chiese e gli antichi palazzi,  come le case dipinte con la calce.  Sembrano tanti riccioli di panna su uno zuccotto. Piccola sosta nel borgo antico dove  è d’obbligo comprare  i biscotti di pasta di mandorle ripieni di marmellata di ciliegie. E mentre i bambini addentano un biscotto  l’ auto di latta  riparte.  Ha appena lasciato il paese ed una frenata imprevista  la blocca per far passare  una famigliola di ricci  che, in fila indiana, attraversa la strada.  Il fratellino domanda « Anche loro vanno a trovare la nonna?»  e tutti ridono, anche il papà che solitamente non lo fa.  Si prosegue  per Martina Franca, curva a destra, curva a sinistra, dosso. Sui sedili posteriori i due bambini accentuano il movimento tutto a destra o tutto a sinistra e quando c’è un dosso saltano. Gli occhi arricciati, le bocche spalancate , il loro riso un trillo come quello delle campanelle.

Pausa.

Come si può  spiegare  la bellezza di quelle giornate trascorse in una scatola di latta  che scivolava su un nastro di asfalto tra gli alberi di ulivo, le campagne, il mare e il cielo, le colline bianche e la famigliola di ricci !?